sabato 28 novembre 2009

Benedetto XVI ricorda che anche il "bambino" emigrante è un essere umano da rispettare!


L'OSSERVATORE ROMANO Edizione quotidiana 28 novembre 2009:

"Chi vive l'esperienza della migrazione 'è una persona umana con diritti fondamentali inalienabili da rispettare sempre e da tutti'."(Benedetto XVI)

Insomma,per il Santo Padre anche il "bambino" che vive la "tragedia" dell'emigrazione ha dei diritti che vanno
rispettati: come quelli,ad es.,di poter frequentare la scuola in condizioni di parità coi compagni,di partecipare attivamente alla vita sociale,di stringere relazioni di amicizia e di affetto,etc.
Ma,per chi è necessario ricordarlo?
A me sembra tanto un principio di civiltà ormai indiscutibile.

Personalmente,io non mi sento un emigrante: sono figlio di un militare e mi trovo a vivere dove vivo perchè così lo esigevano le necessità della difesa nazionale (fino a pochi anni fa,a pochi passi da dove vivo,sul confine,c'era uno degli eserciti con la stella rossa più agguerriti del mondo).
Adesso le esigenze della difesa nazionale sono cambiate,tant'è che il reparto di mio papà ora è stato "spostato" e si trova in Puglia.
Essendo figlio di un pugliese,se fossi piccolo adesso,vivrei a casa mia...
Per la verità,in questo momento,altre "esigenze" mi "spingono" in Valtellina...

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