domenica 17 maggio 2009

La libertà secondo Luigi Einaudi,il primo presidente (monarchico) della Repubblica italiana


La libertà è quella di: "pensare ad alta voce,di scrivere e di pensare quel che ad ognuno capita di pensare e di voler scrivere senza essere diretto da un'autorità superiore coattiva;

di operare e lavorare e muoversi senza dover obbedire ad altre regole se non quelle dichiarate in leggi scritte,deliberate da organi legislativi eletti secondo la volontà liberamente e segretamente manifestata da tutti gli uomini;

di lodare o biasimare,senza ingiuria o calunnia,legislatori e governanti senza tema di carcere,di multe o di confische;

di tentar di cacciar di seggio il governo in carica se a taluno riesca di conquistare la maggioranza degli eletti degli elettori;

di rimanere al governo sinché non si sia cacciati dalla maggioranza medesima degli elettori o degli eletti;

di condurre la propria vita,da solo o associato ai propri compagni di lavoro,costruendo imprese individuali od associate o cooperative o comunistiche,ENTRO I LIMITI POSTI DALLA LEGGE ESCLUSIVAMENTE ALLO SCOPO DI IMPEDIRE CHE OGNUNO DANNEGGI L'EGUALE DIRITTO ALTRUI A CONDURRE MEDESIMAMENTE LA PROPRIA VITA A PROPRIO PIACIMENTO..."

(Luigi Einaudi,Lezioni di politica sociale,Einaudi,To,1975 (1944),p.326)

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