Ma naturalmente "On liberty" di John Stuart Mill ("La Libertà" ristampato nella Bur dalla Rizzoli di Milano con prefazione del giornalista Corrado Augias),nell'introduzione del quale lo stesso Autore chiarisce che "Il tema di questo saggio non è la cosiddetta Libertà del Volere...il nostro tema è piuttosto quello della Libertà Civile o Sociale: la natura e i limiti del potere che la società può legettimamente esercitare sull'individuo." (Dall'introduzione)
Non siamo più,per fortuna,ai tempi del "Sillabo" per cui,come cattolico,lo segnalo senza paura!
Certo non è in "discussione" "la libertà del volere",cioè la libertà di scegliere di fare o di stare con chi si preferisce.
Ciò di cui "discuto" è la giustificazione (morale,filosofica,religiosa,razionale,etc.) con la quale la "società" pretende d'interferire su questa libertà.
Ma in base a quale moralità,a quale bene generale,a quale precetto religioso,a quale "fotografia" della realtà,la "società" interferisce nelle libere scelte individuali "imponendo" le sue?
In base a quale bene generale,dunque?
Sulla base di che?
Lo stesso Mill "avverte" che: "Le opinioni degli uomini su ciò che è da biasimare e da lodare vengono influenzate da tutte le molteplici cause che influenzano i loro desideri circa la condotta degli altri...A volte è la loro ragione,altre volte i pregiudizi o le superstizioni; spesso le loro passioni sociali,ma non di rado quelle anti-sociali,l'invidia o la gelosia,l'arroganza o il disprezzo; i loro desideri o i loro timori per la propria persona: l'interesse personale,legittimo o illegittimo che sia..." (p.21)
Visto che il saggio è del 1858 c'è ancora molta strada da fare.
Avrei "segnalato" l'enciclica "Caritas in Veritate" di Papa Benedetto XVI,ma non credo che si possa definire semplicemente "un libro".
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