Secondo un'inchiesta parlamentare del 1875,condotta dall'on. Bonfantini,la Mafia è una "...solidarietà istintiva,brutale,interessata,che unisce a danno dello Stato,della legge e di tutti gli organismi regolari,tutti quegli individui e quegli strati sociali che amano trarre l'esistenza e gli agi non già dal lavoro,ma dalla VIOLENZA,dall'INGANNO e dall'INTIMIDAZIONE..."
(Rosario Minna,Breve storia della mafia,Editori Riuniti,Roma,1984,p.41)
La Mafia produce rilevanti conseguenze sul tessuto economico di un territorio ai danni dei Poteri pubblici (lo Stato),con i loro fini generali di sviluppo economico,sociale e civile, e delle altre società concorrenti ("organismi regolari"): "...Come rilevato da numerose ricerche,la presenza mafiosa non solo INIBISCE LA CRESCITA' ECONOMICA,MA ALTERA IL QUADRO DELLE OPPORTUNITA DELL'ECONOMIA LOCALE.
I gruppi criminali,oltre ad impedire la piena e libera fruizione dei diritti di proprietà e rendere poco attraenti gli investimenti,selezionano a proprio vantaggio l'ingresso di imprese e lavoratori in determinati mercati e provocano,in definitiva,una diminuzione di produttività e competitività,ovvero un'allocazione non ottimale delle risorse..."
(R. Sciarrone,LA SFERA ECONOMICA E IL CONTROLLO DEL TERRITORIO in: AA:VV,La mafia esiste ancora,L'Unità,2004,p.22)
La mafia fa lavorare chi decide lei,e,così facendo,"altera" pesantemente le condizioni del libero mercato,con importani riflessi sull'andamento economico generale di un territorio.
Non a caso,anche ieri,la dott.ssa Marcegaglia ha sottolineato che: "Le organizzazioni mafiose cambiano le regole del mercato,anche di settori aperti alla concorrenza,alterando le regole dell'economia."
(cfr.Il sole-24ore,29.9,2009,p.17)
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